Tantra

Il termine sanscrito tantra si riferisce all’insieme degli insegnamenti e delle pratiche rituali sviluppatesi in India a partire dal V secolo d.C.  In origine tantra significava semplicemente “trattato” e questo significato continua a esistere anche dopo lo sviluppo del Tantra come comunemente inteso.

All’interno dello śivaismo medievale, la ricerca accademica ha identificato tre principali correnti (srota): Atimārga (“sentiero che va oltre”), di carattere pre-tantrico e riservato esclusivamente ad asceti, Mantramārga (“sentiero dei mantra”) e Kulamārga (“sentiero del clan o della famiglia”), entrambe autenticamente tantriche e accessibili sia ad asceti che a capifamiglia (gṛhastha).

Rientrano nell’Atimārga le tradizioni dei Pāñcārthika Pāśupata (Atimārga I), il cui testo fondamentale sono i Pāśupatasūtra, risalente probabilmente al II secolo, quelle dei Lākula, noti come Kālamukha (Atimārga II) e quelle dei Kāpālika, denominati anche Mahāvratin o seguaci del Somasiddhānta (Atimārga III).

Il Mantramārga trova le sue radici nella Niśvāsatattvasaṃhitā, uno dei primi testi tantrici, databile al V secolo. A questa corrente appartiene lo Śaivasiddhānta, dualista e ritualista, le cui scritture principali includono il Mṛgendra Āgama, il Raurava Āgama, il Kiraṇa Tantra e il Parākhya Tantra. Tra gli autori più autorevoli si distinguono Sadyojyotis (VIII sec.), in Kaśmīr, e Bhojadeva (XI sec.) e Aghoraśiva (XII sec.) nell’India meridionale.

Rispetto al Mantramārga, la corrente del Kulamārga presenta una struttura più articolata. Il Ciñciṇīmatasārasamuccaya descrive quattro sistemi di insegnamento (āmnāya), ciascuno legato a una delle direzioni dello spazio: Pūrvāmnāya a oriente, Uttarāmnāya a settentrione, Paścimāmnāya a occidente e Dakṣiṇāmnāya a meridione. I testi più rappresentativi di questa corrente sono il Mālinīvijayottara Tantra, il Netra Tantra, lo Svacchanda Tantra e il Vijñānabhairava Tantra.

Nel Kulamārga è attestata un’ampia produzione che definisce gli orientamenti delle principali scuole. Alla scuola Trika, la cui dottrina è caratterizzata da un sistema triadico, si ascrivono opere quali il Tantrāloka, il Tantrasāra e il commentario Parātriṃśikāvivaraṇa di  Abhinavagupta (975-1025), la Parātriṃśikālaghuvṛtti di  Abhinavagupta (?), nonché i commentari a Svacchanda Tantra, Netra Tantra e Vijñānabhairava Tantra di Kṣemarāja (1000-1050) .

La scuola Spanda, affine per certi aspetti alla scuola Krama originaria dell’Uḍḍiyana, ha come testi fondanti gli Śivasūtra di Vasugupta (800-850), con il commento Śivasūtravimarśinī di Kṣemarāja, e le Spandakārikā attribuite a Vasugupta o al suo discepolo Bhaṭṭa Kallaṭa (850-925), ai quali si aggiungono i commentari Spandasaṃdoha e Spandanirṇaya di Kṣemarāja.

Sul piano speculativo si distingue la scuola Pratyabhijñā, le cui opere principali sono la Śivadṛṣṭi di Somānanda (900–950), le Īśvarapratyabhijñākārikā, con i commentari Vṛtti e Vivṛti, e la Siddhitrayī di Utpaladeva (900-950), oltre alle Īśvarapratyabhijñāvimarśinī e Īśvarapratyabhijñāvivṛtivimarśinī di Abhinavagupta, e al Pratyabhijñāhṛdaya di Kṣemarāja.

Sempre all’interno del Kulamārga troviamo una tradizione successivamente conosciuta come Nāth Sampradāya, contraddistinta da testi quali Vivekamārtaṇḍa, Gorakṣaśataka, Amaraughaprabodha, Amaraughaśāsana e Khecarīvidyā.

Appartengono alle tradizioni tantriche anche la scuola del Pāñcarātra, di ambito vaiṣṇava, quella dei Saura, devoti al Sole (sūrya), e quelle del Vajrayāna buddhista e del Mantraśāstra jaina.

Nei primi anni del XX secolo, su iniziativa del mahārāja Pratap Singh (1848-1925) e di Swami Ram (1854-1915), prende avvio a Srinagar il progetto editoriale “The Kashmir Series of Texts and Studies” (1911-1947). Discepolo indiretto di Swami Ram è stato Swami Lakshmanjoo (1907-1991), stimato da numerosi indologi europei per la sua profonda conoscenza dei testi.

Bibliografia

Una sintesi autorevole sul Tantra si trova in Padoux 2010. Acri 2023 confronta alcuni passi tratti dagli Yogasūtra dalla letteratura śaiva medievali, mentre Sferra 2003 evidenzia le relazioni esistenti tra le tradizioni tantriche hindu e buddhiste. De Simini 2022 propone uno studio comparativo tra lo Śivadharmottara e i Dharmaśāstra, con riferimenti alla letteratura devozionale vaiṣṇava e del primo tantrismo śaiva. Torella e Bäumer 2016 è interamente dedicato dedicato alla figura di Utpaladeva. Torella 2013 e Torella 2021a sono invece edizioni degli Śivasūtra e delle Īśvarapratyabhijñā-kārikā. Rastogi 1979 è uno studio sulla tradizione Krama del Kaśmīr. Sanderson 1988 e Sanderson 2014 rappresentano un’ampia esposizione delle fonti letterarie tantriche śaiva, con particolare riferimento al Kaśmīr, mentre Vasudeva 2004 analizza lo yoga del Mālinīvijayottaratantra. Torella 2017 e Torella 2021b, Torella 2023a e Torella 2023b offrono un’approfondita indagine sulla dimensione non-duale dello śivaismo del Kaśmīr e sulle passioni nel tantrismo śivaita. Sanderson 2007 è interamente dedicato alla figura di Swami Lakshmanjoo.

Acri, Andrea (2023), From Isolation to Union: Pātañjala vis-à-vis Śaiva Understandings of the Meaning and Goal of Yoga, in Francesco Sferra and Vincenzo Vergiani (eds.), ‘Verità e bellezza’ Essays in Honour of Raffaele Torella, vol. 1, Uniorpress, Napoli, pp. 35-72.

De Simini, Florinda (2022), Rules of Conduct for the Śaivas. The Intersection of Dharmaśāstra and Śaiva Devotion in the Śivadharmottara 1, in Francesco Sferra and Vincenzo Vergiani (eds.), ‘Verità e bellezza’ Essays in Honour of Raffaele Torella, vol. 1, Uniorpress, Napoli, pp. 291-336.

Padoux, André  (2010), Comprendre le tantrisme: les sources hindoues, Albin Michel, Paris [Trad.it. Tantra, Einaudi, Torino, 2011]

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Vasudeva, Somadeva (2004), The Yoga of the Mālinīvijayottaratantra, Institut Français, Pondichéry.